Il Commento

Fascicolo 1


Luigi Luzzatti

p. 7



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I giornali satirici si divertono molto prendendo in giro la considerevole vanità di Luigi Luzzatti e in fondo hanno ragione. Un uomo che ha fatto e fa tante belle cose potrebbe benissimo fare a meno di esser vanitoso con gli altri e contentarsi di essere internamente superbo.
   Messa però da parte questa pregiudiziale bisogna riconoscere che Luigi Luzzatti rappresenta oggi, in Italia, un tipo di uomini troppo raro fra noi per non meritare continua lode. Luigi Luzzatti sarà un po' rettorico, sarà parecchio vanesio ma è un uomo che lavora enormemente, che compra e legge moltissimi libri, ch'è abbonato e lettore di duecento riviste, che ha quattro o cinque tavole di lavoro per argomenti diversi, che colla stessa naturalezza va a Parigi all'Academie des sciences morales et politiques a fare un discorso di questioni monetarie e riesce a introdurre nel Corriere della Sera lunghi articoli su Gotamo Buddha o sulla storia delle religioni e che è, soprattutto, un uomo pratico, vale a dire che si occupa nello stesso tempo di affari grossi o piccoli, sia la conversione della rendita o il prezzo dei cascami di seta, menandoli sempre a buon fine. I teorici possono trovare che ha torto ma - egli ha sempre ragione nei fatti e se l'Italia possedesse molti Luzzatti, per quanto ingombranti potessero sembrare, se ne troverebbe benissimo. Insieme al suo avversario Sonnino egli è, forse, l'uomo più colto della Camera e ci offre la felice combinazione di uno statista all'inglese con una vivace anima italiana.
   Peccato che ad una certa età gli uomini non possano fare più esami di coscienza e non riescano a sbarbare il loro vizio più profondo. Se questo fosse possibile in Luigi Luzzatti ci sarebbe tanta stoffa di buona qualità da poterne cavar fuori un nuovo uomo.


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